Yuri Gagarin: 50 anni fa il primo viaggio in orbita

Erano le 10.02 del 12 aprile 1961 quando la radio ufficiale sovietica diede la notizia del lancio in orbita, per la prima volta in assoluto, di un essere umano a bordo del razzo russo Vostok.
Quell'uomo era il cosmonauta maggiore Jurij Alekseevic Gagarin, allora ventisettenne, che col suo coraggio contribuì ad offrire alla Russia il primato nella corsa all’esplorazione dello spazio. Oggi sono passati cinquant'anni da quella data. Partito alle 09.07, ora di Mosca, a bordo della navicella spaziale, il viaggio del primo cosmonauta durò in tutto un paio d’ore. Dopo il lancio, per ben cinque minuti, le cronache registrarono un silenzio angosciante. Ma alle 9.12 Gagarin pronunciò quelle fatidiche parole che sono rimaste impresse nella storia : “Vedo la Terra, è azzurra“.
Molte le manifestazioni per ricordare l'evento, e non manca il logo celebrativo di Google.
 

Dunque ricordiamo questo pioniere dello spazio. Suo padre era un falegname e sua madre una contadina. Quando lo selezionarono tra i venti migliori astronauti dell'Unione Sovietica, di sicuro era il migliore.
"Vedo la Terra circondata da foschia. Mi sento bene. Com'è bello", erano state le sue prime parole dallo spazio.'Adesso sulla Luna', 'Avanti verso i pianeti', c’era scritto sui cartelli che, qualche giorno più tardi a Mosca, lo accoglievano come un eroe.
Il suo messaggio resta ancora oggi: nonostante sia passato mezzo secolo, nei giovani è più che mai vivo il valore dell’impresa che per la prima volta ha portato l'uomo tra le stelle.
Quello di Yuri Gagarin fu un volo pionieristico, reso possibile da una tecnologia appena agli inizi, ma capace di aprire uno scenario che oggi promette di portare l’uomo al di là dell’orbita bassa terrestre, verso future missioni su Luna e Marte: per il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Saggese, l’avventura dello spazio si sta preparando a un nuovo salto.
"Dare uno sguardo al passato è sempre importante per comprendere che cosa è stato fatto e per progettare il futuro", ha detto Saggese, che oggi sarà a Mosca per rappresenterà l'Italia durante la cerimonia di presentazione. "Il volo di Gagarin è stato un evento epocale, avvenuto ad appena 4 anni dal lancio del primo satellite artificiale" ed "è importante che il rapporto fra l’uomo e lo spazio sia stato avventuroso fin dall’inizio", ha aggiunto pensando al momento in cui il modulo di servizio della navetta di Gagarin non si staccò dalla capsula di atterraggio.
Le celebrazioni sono globali. L'italia ha dato alle stampe un fracobolo celebrativo e l'ONU attraverso l’ambasciatore russo Vitaly Churkin ha celebrato la risoluzione adottata dall’Assemblea Generale che proclama il 12 aprile Giornata Internazionale della Missione Umana nello Spazio
Per ricordare il mito russo si muove anche You Tube. E' in uscita infatti proprio oggi il film "First Orbit" per celebrare la storica missione. Il film di Christopher Riley, direttore della fotografia l'astronauta italiano Paolo Nespoli, ripercorre passo dopo passo il percorso di Gagarin grazie a una simulazione e alla tecnologia della Stazione Spaziale Internazionale. A seguire il trailer.

 
Il mistero della morte di Gagarin e le nuove rivelazioni
E in ogni storia mitica che si rispetti c'è la zona d'ombra. Lo schianto del piccolo caccia che il 27 marzo 1968 provocò la morte di Gagarin,  fu dovuto a una manovra errata, compiuta dallo stesso cosmonauta, che si trovava alla guida del Mig 15. La nuova ipotesi su un incidente dai contorni misteriosi è stata avanzata pochi giorni fa a Mosca da Alexander Stepanov, capo dell’archivio presidenziale russo, che ha svelato le conclusioni di una commissione che aveva indagato il caso. «Dopo una analisi dell’incidente aereo e dei relativi documenti dell’inchiesta - ha spiegato Stepanov -, si può arrivare alla conclusione che la causa più probabile della sciagura aerea sia stata una manovra improvvisa per evitare la collisione con un pallone sonda o, cosa meno probabile, per evitare di finire in un banco di nebbia. Questa manovra ha fatto entrare l’aereo in una situazione ipercritica e ha causato la caduta del velivolo». Il mistero sulle precise cause della sua fine ha dato adito a dietrologie e tesi complottistiche tutte alimentate dalla vaghezza delle conclusioni della commissione d’inchiesta, finora mai pubblicate. Una delle più imbarazzanti è che entrambi i piloti fossero ubriachi di vodka e che abbiano perso per questo il controllo dell’aereo. Ci fu poi chi arrivò a sospettare l’allora leader sovietico Leonid Brezhnev di aver tramato un sabotaggio perché invidioso della popolarità del cosmonauta. Altri più prosaicamente incolparono del sabotaggio il Kgb, con le motivazioni più diverse che vanno dall’amore dell’astronauta per una spia alla conoscenza di segreti di Stato troppo sensibili.
Fonte

Lasciate pure un commento!