Così gli inglesi bevevano nei teschi

Crani umani di 14.700 anni fa usati come tazze dopo essere stati puliti, raschiati del cuoio capelluto, eliminati di occhi, naso e parti fastidiose. Questa macabra abitudine è stata messa in luce da un team di ricercatori del Natural History Museum di Londra guidati dalla paleontologa Silvia Bello, che hanno studiato i resti provenienti dalla Grotta di Gough nel Somerset, in Inghilterra, rinvenuti durante gli scavi effettuati nel 1920 e poi tra il 1987 e il 1992. Si tratta del più antico esempio finora documentato di ossa craniche utilizzate come tazze, e le uniche note nelle isole britanniche.

Gli studiosi, come descritto sulle pagine di PloS One, hanno analizzato cinque crani - appartenenti a un bambino di 3 anni, a due adolescenti, a un adulto e a un anziano. Che presentano segni di tagli, incisioni e ammaccature tali da suggerire la presenza di un abile lavoro manuale dell’essere umano. Secondo lo studio, i teschi venivano privati dei capelli, raschiati e puliti dalla carne e dalla pelle attraverso l’uso di strumenti in selce. Venivano poi rimosse le ossa della faccia, mentre la base del cranio veniva meticolosamente scheggiata e lavorata per raddrizzare e smussare i bordi rotti e spigolosi.

Come riportato dagli stessi autori, non si tratta del primo e unico esempio della produzione di questi recipienti così particolari. Accanto a casi moderni, come i membri della setta Aghori dell’India, che praticano ancora oggi questi rituali, troviamo l’esempio descritto da Erodoto secondo il quale gli Sciti, popolazione dell’VIII secolo a.C., erano avvezzi a bere dai crani dei nemici morti. Questo della grotta del Gough rimane tuttavia l’esempio più antico conosciuto e datato.

I ricercatori hanno ipotizzato che questi contenitori venissero utilizzati durante cerimonie. Sebbene il tipo di rottura di altre ossa ritrovate sul luogo suggerisca che queste venissero rotte per arrivare al midollo osseo - e quindi per praticare atti di cannibalismo - sembra che ci sia stata comunque cura nel non distruggere la volta cranica, adatta per essere trasformata in recipiente. Secondo Bruno Boulestin, archeologo dell’Università di Bordeaux in Francia, con ogni probabilità si trattava di teschi di nemici, piuttosto che di amici e familiari, e le bevande consumate in questo contenitore potevano essere di qualsiasi specie, anche sangue o offerte simboliche di cervelli. Un esempio di tazza-cranio dell’adulto rimarrà esposto al Natural History Museum di Londra fino a fine maggio.

Fonte

Lasciate pure un commento!