Quelle antenne che ci rendono invisibili

Sta arrivando il mantello dell’invisibilità a banda larga, che ci permetterà un giorno di scomparire alla vista di chi ci circonda. Il principio è l’utilizzo di speciali materiali, detti ‘metamateriali’, in grado di riflettere e deviare la luce, già noti nel passato, ma con l’aiuto di antenne frattali, che incrementano di 3 volte il range di colori che possono essere resi invisibili. L’annuncio arriva dai ricercatori del Fractal Antenna Systems, un’azienda con sede a Waltham (Massachusetts, Usa), specializzata nella progettazione e produzione di antenne.
I metamateriali, scoperti nel 2000 dal fisico John Pendry dell’Imperial College di Londra, interagiscono con la luce perché la loro struttura atomica è capace di deviare i fotoni, le particelle più piccole che la compongono. Così già nel 2006 lo stesso Pendry pubblicava su Science la ‘ricetta dell’invisibilità’, che si basava essenzialmente sull’utilizzo di questi materiali per impedire alla luce di attraversarli, rendendo di fatto invisibile tutto quello che si trovava dietro di loro.
Il limite di questa scoperta era il range di colori della luce che riuscivano ad essere bloccati. Infatti le interazioni tra i fotoni e la struttura atomica del metamateriale sono molto specifiche e pochissime erano efficaci a bloccare il passaggio della luce. L’utilizzo delle antenne frattali ha migliorato sensibilmente il problema.
Le antenne sono dei sistemi che ricevono e trasmettono onde elettromagnetiche, come la luce. Un frattale invece è un oggetto matematico fatto con una speciale geometria per la quale uno stesso motivo viene ripetuto all’infinito su scala sempre ridotta. Un esempio in natura sono i polmoni, nei quali la trachea si divide in bronchi, che a loro volta si dividono in bronchioli che confluiscono negli alveoli.
Stessa struttura geometrica ma dimensioni sempre più piccole, in perfetta scala. Le antenne frattali sono dunque antenne con questa geometria, che ne incrementa il perimetro a parità di area, aumentandone l’efficienza. Utilizzando questo accorgimento il metamateriale è in grado di ricevere un range di luce molto più ampio e di rendere dunque l’invisibilità un fenomeno più realistico.
“Nel 2008 alcuni ricercatori cinesi dissero che era impossibile creare un mantello dell’invisibilità a banda larga - riferisce il capo ricerca e amministratore delegato della ditta Nathan Cohen - Noi non solo l’abbiamo fatto, ma abbiamo anche ridotto gli strati di mantello necessari. Tutto questo è il 'Santo Graal' della progettazione dei mantelli, e spinge fortemente verso un brillante futuro per la scienza dell’invisibilità”.
Questo mantello frattale lavora per ora nel range delle microonde, quello usato dai telefoni cellulari e dagli apparecchi wireless. Ma la tecnologia potrebbe essere applicata alla luce visibile, grazie ai progressi delle nanotecnologie. Cohen è molto cauto a riguardo, ma anche ottimista, sostenendo che ci vorranno ancora molti anni prima che il mantello dell’invisibilità sia perfetto, ma ribadendo che questo avverrà.
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