Già nel 2007, alcuni geologi avevano annunciato tramite la rivista Geophysical Research Letters che era possibile intravvedere dei rilievi, simili a delle grotte, probabilmente conseguenza di gallerie ricavate dalla lava. Studi più recenti hanno rivelato che le grotte presenti sul suolo marziano sono il risultato delle eruzioni dei vulcani presenti sull’intera superficie del pianeta.
Nella ricerca di K. E. Williams, si spiega come l’acqua che forma questo ghiaccio provenga da “tempeste di neve, piogge ghiacciate, brina o la combinazione di questi eventi atmosferici”.
La ricerca condotta dalla Nasa nel 2007 grazie a Phoenix, il robot che perlustrò il suolo di Marte, ha confermato la presenza di acqua ghiacciata proprio nel polo sud del pianeta. Gli scienziati hanno rivelato che "l’aria fredda ed i venti sferzanti sono il risultato del cambiamento delle stagioni nelle regioni polari del pianeta" e che proprio queste "hanno modellato la tipica struttura delle grotte".
Le regioni più idonee ad ospitare tali caverne sono i rilievi di Tharsis e di Elysium, favorevoli allo sviluppo di canali di lava per la presenza di terreno vulcanico.
Il risultato a cui conduce la scoperta riporta alla luce l’annosa questione delle presenza di vita su Marte. La possibilità che il ghiaccio possa aver conservato terreno di importanza astrobiologica non è remota. Come non sarebbe del tutto improbabile una futura missione umana sul pianeta rosso.
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