Fotografata una esplosione stellare

Il telescopio Hubble di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa) con le sue fotografie ha fornito un ritratto unico di un'esplosione stellare. Le immagini, pubblicate su Science, hanno svelato composizione e modalità di diffusione dei resti di una supernova, oggetti cosmici molto brillanti che nascono dall'esplosione di stelle gigantesche.

Il risultato è frutto di un gruppo di ricerca coordinato da Kevin France dell'università del Colorado a Boulder al quale ha partecipato anche l'italiano Nino Panagia dell'Osservatorio Astrofisico di Catania dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Esplosa circa 161.000 anni fa e scoperta nel 1987, la supernova, chiamata SN1987A, è la più vicina alla Terra individuata negli ultimi 400 anni e si trova nella Grande Nube di Magellano, una galassia nana distante circa 163.000 anni luce dalla Terra. La sequenza è stata scattata fra il 2004 e il 2010 e "le informazioni - ha spiegato France - non solo ci dicono quali elementi sono stati riciclati nella Grande nube di Magellano ma anche gli effetti chimici e fisici che subisce una galassia dopo l'esplosione di una supernova, a una scala di tempo umana" di sei anni. E' stato scoperto che la stella, durante l'esplosione, oltre ad avere espulso grandi quantità di idrogeno ha anche scagliato nello spazio elio, ossigeno, azoto e più rari elementi pesanti quali zolfo, silicio e ferro. Le supernove, spiegano gli esperti, modificano l'ambiente delle galassie che le ospitano e diffondono nello spazio grandi frazioni di elementi biologici importanti per la vita, quali ossigeno, carbonio e ferro, come quelli che si trovano nella vita animale e vegetale della Terra.



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