Un asteroide tra le braccia di Nettuno

Nel punto lagrangiano L5 di Nettuno è stato scoperto un asteroide o –meglio– qualcosa tra asteroide e cometa. E’ il primo della serie dopo i 5 fratelli trovati attorno a L4.



Lagrange (piemontese e non francese come i cugini d’oltralpe insistono a dire) aveva previsto l’esistenza di punti di stabilità orbitale sulla base di una trattazione teorica di un caso particolare del problema dei tre corpi. Come si sa il problema dei tre corpi (o peggio ancora degli n corpi) non è mai stato risolto teoricamente. In altre parole, non esistono formule che ci permettano di calcolare le passate o le future posizioni di un oggetto celeste che, oltre all’attrazione dovuta al Sole, subisca delle perturbazioni gravitazionali dovute a un terzo o a più corpi (come Giove e gli altri pianeti). Oggi il problema è risolto in modo numerico con approssimazioni successive utilizzando la potenza dei calcolatori elettronici. Il problema dei tre corpi è però risolvibile teoricamente in alcuni casi speciali, come appunto ha dimostrato Lagrange.

Sulla stessa orbita del pianeta perturbatore (consideriamo, ad esempio, Giove che è sicuramente il più importante) esistono due punti (detti appunto lagrangiani) in cui vi sono condizioni di stabilità orbitale in grado di preservare gli oggetti che vi risiedono dall’avere orbite caotiche. Nel caso del pianeta gigante questi punti (detti L4 e L5) sono popolati da un grandissimo numero di asteroidi, i famosi “Troiani”, che sfuggono a un miserevole destino (caduta verso il Sole o espulsione dal Sistema Solare) proprio rintanandosi sull’orbita stessa del “nemico”, ma a distanza di sicurezza. Geometricamente L4 e L5 formano un triangolo equilatero con il Sole e con il pianeta di cui sono sudditi. Nettuno, pur non essendo massiccio come Giove, possiede dei “Troiani”, ma finora i 5 scoperti erano localizzati solo in L4. Malgrado le difficoltà osservative (zona centrale della Via Lattea come sfondo) ora è stato individuato anche il primo posizionato in L5. Sicuramente la popolazione sarà ben più numerosa, dato che la zona oltre Nettuno è ricchissima di oggetti cometari o pseudo-cometari. Il nome del nuovo venuto è per il momento solo una sigla: 2008 LC18.

Per poter evidenziare piccoli e deboli oggetti contro uno sfondo popolatissimo di stelle, si è guardato nelle zone in cui nubi oscure di polvere interrompevano la luminosità dello sfondo. Piccole finestre di buio in cui tentare di vedere oggetti estremamente deboli. Per la scoperta si è usato il telescopio giapponese Subaru da 8,2 m delle Hawaii. L’orbita è stata poi determinata con osservazioni svolte in Cile con il telescopio Magellano da 6,5 m di Las Campanas.

Il diametro del nuovo arrivato si aggira intorno ai 100 km e si stima che il numero dei suoi compagni di tali dimensioni possa essere molto grande, intorno ai 150, perfino maggiore di quello degli oggetti di pari grandezza esistenti nella fascia principale degli asteroidi tra Marte e Giove.

Ricordiamo, infine, che la zona in questione sarà attraversata dalla sonda New Horizon dopo il suo incontro con Plutone che avverrà nel 2015.

tratto da: http://www.astronomia.it/

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