Quando una stella dipinge

Una recente immagine ripresa all’ESO ci mostra la splendida e brillantissima stella WR 22 e la sua opera di “pittura” sulla circostante Nebulosa della Carena, da cui è nata.

Come ben sappiamo le stelle più massicce vivono poco e muoiono ancora giovani. Alcune di queste ne approfittano per lasciarsi andare ad una “vita spericolata” e si fanno notare per la loro attività frenetica e appariscente. Prima di giungere alla fine danno luogo ad una emissione stupefacente di radiazioni che attraversano la loro spessa atmosfera e si disperdono nello spazio circostante. Una grande percentuale di materia viene scaraventata verso l’esterno con una rapidità che supera di milioni di volte quella di una stella “tranquilla” come il nostro Sole.

Questi oggetti, non molto frequenti, prendono il nome di stelle Wolf-Rayet, in onore dei due astronomi francesi che le scoprirono per primi verso la metà del diciannovesimo secolo. Esse sono appunto stelle molto massicce (oltre le 20 masse solari), evolute, che perdono massa molto rapidamente attraverso un violentissimo vento stellare che viaggia a velocità dell’ordine di 2000 km/sec.

Tanto per fare un confronto, il Sole perde massa ad un ritmo di 10−14 masse solari all’anno. Le stelle WR arrivano ad un valore di 10−5. Esse sono inoltre caldissime con temperature superficiali che vanno dai 25000 ai 50000 °K.

La stella WR 22 al centro dell’immagine e la sua incredibile opera di pittura sulla nebulosa della Carena che la circonda e da cui è nata.

La WR 22 è una delle più grandi e luminose (70 masse solari). Essa dista 5000 anni luce da noi, ma è talmente brillante che può essere vista o occhio nudo in condizioni di cielo particolarmente scuro. Ma è la sua opera di “pittura” della nebulosa che la circonda che crea la bellissima immagine riportata sotto. Per ottenerla sono stati usati tre filtri (rosso, blu e verde) che hanno messo in luce le interazioni tra la radiazione ultravioletta proveniente dalla stella e il gas (soprattutto idrogeno) che forma le nuvole che l’abbracciano quasi completamente.

Ogni tanto l’astrofisica deve anche essere puro piacere estetico. Non trovate?

Lasciate pure un commento!