Gli idrogeli per un futuro migliore

Tutti gli scienziati a cui è stato chiesto di immaginare la Terra nel 2040 hanno dato la stessa risposta: uno scenario apocalittico, cupo e soprattutto spoglio. Tutti tranne lo scienziato belga Willem Van Cotthem, consulente per la desertificazione e lo sviluppo sostenibile all’Università di Ghent e Anversa, il quale sostiene che, al contrario, "la Terra fra trent'anni avrà un aspetto di gran lunga migliore di quello di adesso, con alberi di frutta tropicale in ogni luogo caldo e con un bisogno d’acqua minore di quello attuale".


Il segreto di questo successo futuro saranno gli idrogeli, delle macromolecole assorbenti che sono presenti soprattutto nei pannolini usa e getta. Gli idrogeli agricoli non trattengono umidità, ma la lasciano andare lentamente. Proprio ciò di cui i posti desertici avrebbero bisogno. L’acqua darebbe vita a un processo di mineralizzazione e sarebbe possibile lo sviluppo della vegetazione.

Tuttavia, l’acqua da sola non può fare molto, non può far crescere improvvisamente rigogliosi giardini. E Willem Van Cotthem ha quindi inventato un ammendante, un miscuglio di sostanze che migliora le caratteristiche fisiche del terreno, a cui ha dato il nome di 'TerraCotthem', che permette di rendere fertili appezzamenti di terra prima inutilizzabili.
Nel 2005 lo scienziato belga è stato chiamato dall’UNICEF a sovrintendere la costruzione di giardini famiglia nei campi profughi dei Saharawi in Algeria. Dal 1975 infatti, milioni di africani hanno vissuto in tende e baracche, sostenuti dal programma alimentare mondiale che forniva loro cibo in scatola che li esponeva maggiromente, data la dieta sbagliata, a numerose malattie. I Giardini famiglia di Cotthem, invece, forniscono cibo sano.

Tuttavia, fu lo stesso specialista, qualche anno fa, a dubitare della sicurezza degli idrogeli. Anche se presto l'ingenere tedesco ritrattò la sua posizione e cominciò a studiarne gli usi agricoli. Oggi ha fondato un’organizzazione senza scopo di lucro chiamata 'Semi per gli alimenti'.

E intanto gli esperti ne stanno già studiando nuove applicazioni, perchè gli idrogeli potrebbero essere perfino la chiave dello sviluppo di "aziende agricole nello spazio". Basterebbero delle gocce d’acqua e biglie di vetro per fare una sorta di impalcatura per le radici, che permetterebbe cosi di avere un terreno fertile e in grado di supportare qualsiasi cosa.
"Sono certo che nello spazio grazie a questa nuova tecnologia potrebbero essere realizzate cose meravigliose, ma non prima d’aver risolto i problemi sulla Terra -osserva Willem Van Cotthem - Primo fra tutti quello della possibilità che ognuno possa produrre cibo da se".

tratto da: http://www.nextme.it/

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