Forse la fortuna esiste, ecco uno studio statunitense

Michael Jordan sarebbe stato lo stesso, senza i suoi inseparabili pantaloncini del college? E cosa farebbe Valentino Rossi, se fosse costretto a correre con il numero… 47?

Uno studio statunitense ci spiega come, a volte, un briciolo di (sana) superstizione possa regalarci una marcia in più.

Per qualcuno è un vecchio medaglione della nonna, per altri un particolare paio di mutande, un cornetto rosso fuoco o una foto ingiallita. Insomma qualunque sia il vostro oggetto totemico - quello per intenderci, da cui non vi separate mai, pena ore di angoscia e malasorte - ammettetelo, la vostra è una fissazione totalmente irrazionale! Eppure, in barba a ogni logica, possedere un piccolo portafortuna o un rituale scaramantico talvolta, aiuta: è la conclusione a cui sono giunti alcuni scienziati dell'Università di Colonia, in Germania.

Porta il tuo talismano. Incuriositi dall'usanza tipicamente sportiva di gareggiare muniti di un amuleto portafortuna, i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari di portare con sé un oggetto che legano alla buona sorte. Alcuni soggetti sono arrivati con una pietra, altri con un animale impagliato, altri più "sobri", con la fede nuziale al dito. A tutti sono stati tolti i totem con la scusa di scattare una foto di gruppo. Metà dei partecipanti in seguito, ha riavuto il proprio talismano, l'altra metà, no.

Ma allora funziona! I volontari hanno quindi dovuto affrontare una serie di test di memoria e agilità. Quelli provvisti del proprio amuleto hanno ottenuto migliori performance in un gioco di memoria al computer, dimostrando inoltre di porsi obiettivi più ambiziosi da raggiungere. Ulteriori test hanno dimostrato come la loro abilità dipendesse dal fatto che si sentissero più sicuri di sé. Le persone alle quali è stato augurato "buona fortuna" inoltre, hanno totalizzato più punti nei test di abilità manuale.

Più sicuri. I successi ottenuti in presenza di un portafortuna dipenderebbero quindi, da una maggiore sicurezza nelle proprie capacità. Cosa che comunque, influisce solo in minima parte (Valentino Rossi e Michael Jordan sono dei grandi campioni, punto e basta!). E se a volte non funziona, suggeriscono i ricercatori, è solo perché sulla vostra strada, avete trovato un avversario - o uno scoglio - più tosto di voi.
 
tratto da: http://www.focus.it/

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