Si tratta di un filtro simile ad una bustina da tè che permetterà di rendere potabile un litro d’acqua contaminata a un costo assai modico. L’interno della bustina biodegradabile, progettata dall’Università sudafricana di Stellenbosch, è ripieno di carboni attivi, mentre il sacchetto è rivestito al suo interno con dei biocidi che eliminano gli agenti patogeni.
Secondo Marelize Botes, ricercatrice del dipartimento di Microbiologia e membro del team che ha realizzato il filtro, “ciascuna bustina può rendere potabile un litro d’acqua, a meno che non sia altamente contaminata da ferro, alluminio o petrolio”. E nemmeno da acqua salata, anche se al di là delle limitazioni si tratta di un’invenzione straordinaria per un paese come l’Africa, in cui sono frequentissime malattie come il colera e la diarrea, provocate dall’assunzione di liquido impuro.
Il filtro, spiegano gli esperti, "può essere utilizzato collocandolo in una sorta di 'canestro' posto al collo di una bottiglia e potrebbe essere di grande aiuto anche durante le crisi umanitarie, in cui la scarsità di acqua da bere è uno dei problemi più drammatici e pressanti".
Intanto al team di Stellenbosch sono già giunte richieste da parte di agenzie umanitarie operanti nel Pakistan alluvionato, "ma il filtro - hanno risposto i ricercatori - non è ancora in produzione". Secondo quanto si apprende, inoltre, i costi del prodotto sarebbero irrisori: si parla di "0.005 dollari a bustina", cui andrebbero aggiunti i costi di manodopera e distribuzione.
tratto da: http://www.nextme.it/
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