Attività solare sembra influenzare la radioattività terrestre

E' stato rilevato uno strano collegamento tra l'attività solare e la radioattività di alcuni elementi terrestri. La scoperta, se confermata e studiata a fondo, potrebbe avere diverse implicazioni nel mondo della fisica e nella spiegazione dell'interazione tra pianeti e stelle.

Per ora è ancora un mistero il perchè il decadimento radioattivo di alcuni elementi, custoditi nei laboratori terrestri, risenta dell'attività solare. I ricercatori della Stanford University e della Purdue University credono che il collegamento tra Sole e radioattività ci sia, ma sono ancora ben lontani dal fornire una spiegazione al misterioso fenomeno.

C'è addirittura la possibilità che questo comportamento sia dovuto ad alcune particelle finora sconosciute emesse dal Sole. "Questo sarebbe davvero notevole" afferma Peter Sturrock, professore emerito di fisica alla Stanford.

Fino ad ora si riteneva che il decadimento di materiale radioattivo avesse una specifica durata, basata sull'elemento. Questo concetto è quello su cui si basano diverti metodi di ricerca, come ad esempio la datazione di reperti organici attraverso il Carbonio 14.

Ma c'è un risvolto imprevisto, scoperto, tra l'altro, da un team di ricerca che non si occupava nemmeno di materiali radioattivi, ma dedicava la propria ricerca ai numeri casuali.
Ephraim Fischbach, fisico della Purdue University, stava cercando di trovare un metodo di produzione di numeri casuali dal decadimento di alcuni isotopi radioattivi, quando si è imbattuto in una discrepanza tra le misurazioni del decadimento di alcuni elementi, che si supponeva fossero costanti fisiche ben accettate.

Ad esempio, il decadimento a lungo termine del silicio-32 e del radio-226 sembra mostrare delle variazioni stagionali: è più veloce durante l'inverno rispetto all'estate.
Queste fluttuazioni erano reali, o solo un errore della strumentazione di misurazione? "Si pensava che dovessero essere errori sperimentali, perchè tutti credevamo che il decadimento fosse una costante" afferma Sturrock.

Ma nel dicembre 2006, il Sole fornisce un importante indizio: durante un "lampo solare", si genera un flusso di particelle diretto verso la Terra. Questo flusso ebbe influenza sulle misurazioni del manganese-54, facendone diminuire il periodo di decadimento a partire da addirittura un giorno e mezzo PRIMA del lampo solare.

Se questo legame tra il Sole e la radioattività si dimostrasse reale, potrebbe portare ad un metodo di previsione dei lampi solari, metodo che risulterebbe molto utile per evitare o limitare i danni alle attrezzature spaziali e agli astronauti in orbita.

Ma questo porta anche ad altre conseguenze: se l'influenza solare si verifica prima che le particelle ionizzate dei suoi lampi raggiungano la Terra, a cosa è dovuta questa interazione con gli elementi radioattivi sul nostro pianeta?
Una delle ipotesi è che ci si trovi di fronte a "neutrini solari", particelle quasi prive di peso che si muovono ad una velocità prossima a quella della luce, attraversando ogni cosa senza (apparentemente) avere effetti sulla materia.

La Terra sarebbe bombardata da una quantità di neutrini variabile in base all'orbita del nostro pianeta ed alla "faccia" che il Sole ci mostra. Sembra ci sia uno schema ricorrente, lungo 33 giorni, che pare essere legato alla rotazione del nucleo interno del Sole, che ruota più lentamente della superficie della nostra stella, e nel quale avvengono reazioni nucleari in grado di produrre neutrini.

"Non ha senso secondo le teorie tradizionali" spiega Fischbach. "Quello che crediamo è che qualcosa che non interagisce con il resto della materia stia modificando qualcosa che non può essere modificato".
"E' un effetto che nessuno ha finora compreso" aggiunge Sturrock. "I teorici iniziano a dire 'Che diavolo succede?' Ma questo è ciò a cui le prove puntano. E' una sfida per i fisici e per gli studiosi del Sole".

tratto da: http://www.ditadifulmine.com/

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