A spiegarlo e' la rivista New Scientist. Nel 1981 si credeva fossero necessarie non più di 52 mosse per risolvere il cubo, stima che è stata rivista anno dopo anno fino alle 25 del 2005 e alle 22 nel 2008. Ma per avere la certezza assoluta era necessario un calcolo matematico piuttosto complesso.
Alcuni ricercatori hanno combinato allora la forza di calcolo di Google con alcune intuizioni matematiche per controllare tutti i 43 quintilioni di possibili posizioni del cubo.
Un'impresa che ha consentito di risolvere il grande mistero del cubo di Rubik. ''Il principale risultato era trovare un modo per risolvere cosi' tante posizioni, tutto d'un tratto, in modo veloce'', spiega Tomas Rokicki, programmatore di Paolo Alto.
Per riuscirci Rokicki e il suo gruppo si sono serviti di quella branca della matematica chiamata 'teoria dei gruppi'. Prima hanno diviso l'insieme di tutte le possibili configurazioni di partenza in 2,2 miliardi di serie, ognuna della quali conteneva 19,5 miliardi di configurazioni, considerando come queste possono rispondere a un gruppo di 10 possibili movimenti.
Questo raggruppamento ha permesso ai ricercatori di ridurre il numero di combinazioni 'solo' a 56 milioni, sfruttando le varie simmetrie del cubo e sviluppando cosi' un algoritmo che ha velocizzato questo processo e consentito di provare un miliardo di possibili cubi al secondo.
Nel video la 'allucinante' performance di Erik Akkersdijk, un ragazzo danese che nei campionati mondiali in Polonia nel 2008 ha impiegato 7,08 secondi per rimettere a posto le sei facce del cubo !
tratto da: http://www.ansa.it/
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