Spazio, un buco nero libera energia e 'partorisce' la più potente bolla di gas caldo

Buchi neri, questi misteriosi sconosciuti. Ma ogni tanto qualcuno manda dei segnali, o meglio: energia. Una vera e propria sorpresa per gli esperti del settore. Un buco nero, per la precisione un microquasar, infatti è stato colto nell'atto di liberare una grande quantità di energia, una coppia di getti, tra le più grosse mai registrate. Tali getti, scontrandosi col gas interstellare circostante, hanno dato origine ad una bolla enorme di gas caldo, di oltre 1.000 anni luce.


Ma cosa sono i Microquasar? Si tratta di buchi neri, dalle emissioni radio forti e variabili, la cui caratteristica principale è l'emissione di getti di particelle ad alta velocità. Alcuni microquasar si sono resi famosi per la produzione di bolle di gas dovuta alla interazione dei getti con il mezzo interstellare circostante, ma queste bolle sono state in genere relativamente piccole, meno di 10 anni luce.

Ma questa volta è stato diverso, perchè la bolla di gas osservata era due volte più grande e decine di volte più potente di quella di altri microquasar. "Siamo rimasti stupiti da quanta energia viene iniettato il gas dal buco nero", ha detto l'auore dello studio, Manfred Pakull dell'Università di Strasburgo, in Francia.

"Questo buco nero è grande solo un paio masse solari, ma è una vera e propria versione in miniatura dei quasar più potenti e delle galassie, che contengono buchi neri con masse di alcuni milioni di volte maggiori di quella del Sole".

La sorprendente scoperta, fatta utilizzando lo European Southern Observatory's Very Large Telescope insieme a Chandra, il telescopio a raggi X della NASA, potrebbe modificare le nostre cooscenze in merito ai buchi neri. Questi ultimi erano già noti per la capacità di rilasciare enormi quantità di energia quando 'divorano' la materia, energia rilasciata sotto forma di radiazione.

Ma non è così. Alcuni buchi neri possono rilasciare l'energia sotto forma di getti collimati di particelle in rapido movimento. I risultati sono pubblicati nel numero di questa settimana della rivista Nature.

tratto da: http://www.nextme.it/

Lasciate pure un commento!