Creato dalle menti dei ricercatori dell'Institute of Robotics and Mechatronics del Centro Spaziale Tedesco, il nuovo robot, Justin, sfrutta in realtà tecnologie preesistenti, come la mano DLR. Il busto, basato su tecnologia LWR e la piattaforma mobile di nuova generazione, permettono di allargare l'area di lavoro delle braccia e delle mani, in coordinazione anche col movimento delle gambe.
Il robot ha diverse possibili configurazioni, tra cui una con le ruote. La versione pensata per andare in orbita ha una testa, busto e braccia, ma senza ruote o gambe, perché sarà montata su un veicolo spaziale o su un satellite. La parte superiore del corpo ruota per 43 gradi.
Il compito di Justin sarà quello di riparare eventuali guasti o a fare rifornimento ai satelliti, ma l'obiettivo a lungo termine dei suoi sviluppatori è quello di farlo funzionare in modo autonomo.
Per farlo, gli sviluppatori hanno scelto di usare l'ARD-concept (Äùagile Robot Development), un'architettura software molto flessibile, che consente di avere singoli moduli in diversi processori.
Al momento, tuttavia, i ricercatori stanno puntando su un altro approccio, la telepresenza robotica. In attesa di rendere Justin indipendente, un operatore umano lo controllerà attraverso un display e due telecamere sulla testa per la visione stereoscopica
tratto da: http://www.nextme.it/
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