Già nel 1984, Nemesi aveva fatto la sua comparsa in alcune teorie che tendevano a giustificare l’estinzione di massa di alcune specie sulla Terra. Pare infatti che ogni 27 milioni di anni, questo evento abbia avuto luogo determinando la scomparsa di specie animali e vegetali sul nostro pianeta. Basti pensare all’impatto apocalittico che portò all’estinzione dei dinosauri circa 65 milioni di anni fa.
La ciclicità di questi eventi sembra ipotizzare che alcuni fenomeni celesti possano influenzare il loro verificarsi. Gli astronomi spiegano che stelle della stessa piccola grandezza di Nemesi possono orbitare attorno al Sole ad una considerevole distanza, circa un anno luce, oltre le orbite dei pianeti.
Tali corpi possono avere un’orbita che, per completarsi, ha bisogno di 27 milioni di anni. E durante la quale, può accadere che ci si possa imbattere in una miriade di comete della Nube Oort, che circondano il sistema solare. "Attraversando questa nube, Nemesi potrebbe dunque disturbare l’orbita dei corpi celesti che potrebbero 'invadere' il sistema solare e impattare contro la Terra", spiega il fisico Adrian Mellott, dell’Università del Kansas.
Nel suo nuovo studio, in collaborazione con il collega Richard Bambach del National Museum of Natural History di Washington D.C., Mellott sta analizzando i dati delle passate estinzioni avvenute sul nostro pianeta. E gli studi sembrano appunto confermare che "la Terra è a rischio impatto e, quindi, di scomparsa di alcune specie animali ogni 27 milioni di anni".
Al momento, tuttavia, la concentrazione si rivolge tutta su Nemesi. Se questa piccola stella dovesse davvero esistere, la sua orbita non sarebbe regolare. I calcoli affermano che varierebbe infatti dal 20 al 50 per cento a causa dell’attrazione gravitazionale delle stelle e del Sole nella galassia.
La questione rimane ancora irrisolta. Non resta che verificare la sua esistenza e stabilire l'ora X del suo impatto con la Terra.
tratto da: http://www.nextme.it/
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