Il progetto aveva come scopo quello di trovare eventuali canali lavici marziani e la loro posizione: cioè capire se si trovassero più in prossimità di crateri o di pianure. Ed esaminando più di 200 foto, tra cui quelle sul Pavonis Mons, un vulcano fotografato dal programma THEMIS della Nasa, hanno rilevato dei condotti lavici, che invece di terminare con una depressione sul terreno, come qualsiasi condotto lavico, proseguivano verticalmente.
Già nel 2007 il geologo americano Glen Cushing aveva pubblicato uno studio su diversi esempi di buchi marziani, adoperando proprio fotografie del THEMIS. E proprio Cushing ha definito "una scoperta" il buco trovato dagli studenti sul pianeta rosso. "Si tratta del secondo caso sul vulcano Pavonis Mons e le dimensioni del cratere hanno una una profondità di circa 115 metri", ha detto.
Gli studenti autori della sensazionale scoperta scientifica, hanno inoltre proposto che la 'località' studiata sia candidata per l'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) del Mars Reconnaissance Orbiter, che permette di fotografare con una risoluzione di 30 cm per pixel soggetti proposti da astronomi o appassionati del genere. Questa precisa risoluzione permetterebbe di osservare meglio il buco e di riuscire a capire il modo e l’origine della sua genesi.
tratto da: http://www.nextme.it/
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