Cratere di meteorite scoperto con Google Earth da ricercatori Italiani

Un cratere da impatto incontaminato è stato scoperto in una remota area del deserto del Sahara grazie alle immagini di Google Earth. Ha un diametro di 45 metri, una profondità di 16, e si ritiene sia stato creato qualche migliaio di anni fa.


Il cratere, chiamato Kamil, è stato probabilmente formato dall'impatto con un meteorite ferroso. E' stato scoperto da un italiano, Vincenzo de Michele del Museo civico di Storia Naturale di Milano, nel 2008, attraverso l'analisi delle immagini di Google earth.

Un team di ricercatori, guidati da Luigi Folco, curatore dei meteoriti del Museo Nazionale dell'Antartide dell' Univeristà di Siena, ha scoperto che il cratere era già stato individuato da immagini satellitari scattate nel 1972, ed ha visitato il sito riportando il rapporto sulla rivista Science.

Il bordo del cratere è alto tre metri, ed è circondato da raggi di materiale colorato che è stato emesso dall'impatto. Folco sostiene che i "crateri a raggi" sono estremamente rari sulla Terra, ma molto comuni su Marte o sulla Luna, dove l'atmosfera rarefatta permette pochi processi atmosferici di erosione, processi che sul nostro pianeta contribuiscono a cancellare i raggi.

Gli scienziati hanno fatto visita al sito nel 2009, confermando la scoperta, e sono tornati sul luogo dell'impatto nel febbraio 2010. Durante le due spedizioni hanno scoperto oltre 5000 pezzi di meteorite, per un peso totale di 1,7 tonnellate, e stimato le dimensioni originali del meteorite: 1,3 metri per un peso di 5-10 tonnellate. Il bolide avrebbe colpito la Terra alla velocità di 3,5 chilometri al secondo, velocità che avrebbe fatto vaporizzare gran parte del meteorite.
Il cratere è così ben conservato da poter fornire preziosissime informazioni sugli impatti di piccola portata. Ci sono solo 176 crateri da impatto confermati sulla Terra, ma la maggior parte viene cancellata velocemente, e solo 15 di essi sono inferiori ai 300 metri di diametro.

Il nuovo cratere aiuterà gli scienziati a valutare il rischio degli impatti da piccoli meteoriti, che si verificano ogni 10-100 anni, mentre la maggior parte di questi bolidi non raggiunge nemmeno la superficie del pianeta.

Il team ha anche analizzato campioni di terreno e di vetro formatosi dalla fusione della sabbia alle alte temperature generate dall'impatto. Si spera che si possa determinare con precisione l'età dell'evento, stimata attualmente a non oltre 5000 anni fa.

tratto da: http://www.ditadifulmine.com/

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