Al via la militarizzazione dello spazio?

Primo test per l'X-37B: derivato dallo Shuttle, apre la strada alla militarizzazione dello spazio.


È un aereorobot che viaggia nello spazio l’arma segreta dell’amministrazione Obama: a lungo protetta dal più stretto riserbo, la navetta X-37B si è svelata decollando dalla rampa di Cape Canaveral in Florida in quello che ad alcuni esperti appare come il primo passo verso la militarizzazione dello spazio.
L’X-37B è un veivolo di dimensioni ridotte: 2,9 metri di altezza, 8,9 di lunghezza e un’apertura alare di 4,5 metri per un peso complessivo di 4990 kg. A conti fatti le dimensioni equivalgono a circa un quarto della grandezza dello Shuttle in via di pensionamento. Ad accomunarlo allo Shuttle c’è anche il fatto che decolla spinto da un razzo e torna sulla terra planando come un aliante. Ma ciò che conta è tutt’altro: la capacità di volare senza pilota per un massimo di 270 giorni nello spazio potendo svolgere qualsiasi tipo di missione militare, dai test di nuove tecnologie all’osservazione di intelligence fino all’uso di armi - come ad esempio i laser - capaci di distruggere i missili intercontinentali quando escono dall’atmosfera.
Era stato il presidente Ronald Reagan, con il programma «Strategic Defense Initiative» nel 1984, a ipotizzare il posizionamento di laser nello spazio per creare una barriera dal cielo capace di bloccare una possibile pioggia di missili intercontinentali sovietici e, 26 anni dopo, a renderla possibile sono stati gli scienziati del «Defense Advanced Research Project Agency» (Darpa) consegnando al capo del Pentagono Robert Gates la versione spaziale dei droni senza pilota impiegati oramai in gran numero dall’Air Force. L’X-37B era stato in origine immaginato come una produzione della Nasa per accompagnare l’esplorazione del Sistema Solare ma la decisione dell’amministrazione Obama di assegnarlo ad un’unità segreta della Us Air Force conferma quanto trapelato già in occasione della pubblicazione della «Nuclear Posture Review» sulla strategia nucleare: la Casa Bianca ha deciso di accelerare la creazione di un arsenale di nuove armi non atomiche e altamente tecnologiche, capaci di prolungare nel XXI secolo la superiorità militare Usa.
Lo scorso febbraio l’Us Air Force ha testato con successo proprio il laser capace di abbattere missili: si tratta dell’«Airborne Laser Testbed» che, montato sul naso di un Boeing 747, si è dimostrato in grado di distruggere vettori a breve o media gittata. E’ su questa base che si rende ora possibile iniziare a sperimentare un simile laser sull’aereorobot spaziale anche se i portavoci militari negano l’esistenza di progetti mirati a portare armi nel cosmo. Gli altri due tasselli dell’avveniristico arsenale convenzionale a cui sta lavorando l’amministrazione americana sono aerei e missili capaci di portare sull’obiettivo testate ad alto potenziale percorrendo lunghe distanze a grandi velocità. Negli ambienti militari c’è chi sostiene che i missili destinati a mettere a segno il «Prompt Global Strike» (attacco globale immediato) sono stati progettati partendo dai prototipi dei razzi V-1 e V-2 con cui l’esercito tedesco bombardò Londra nell’ultima fase della Seconda Guerra Mondiale.
L’aereo ipersonico sul quale si sta lavorando prevede invece la possibilità di portare una testata di oltre 5 mila kg a 9 mila miglia nautiche di distanza entro un arco di tempo inferiore ai 120 minuti. Ciò che accomuna l’X37B, i missili del «Prompt Global Strike», l’aereo ipersonico e il laser antibalistico è la volontà di possedere armamenti in grado di neutralizzare velocemente minacce in arrivo verso il territorio degli Stati Uniti: che si tratti di un missile intercontinentale sulla rampa di lancio, o già in viaggio, andrà a infrangersi contro uno Scudo non basato sul territorio di altre nazioni ma nello spazio, in cielo o in basi militari Usa. Tutto ciò senza ricorrere ad armi nucleari, proprio come vuole arrivare a fare il presidente Barack Obama. Se si alza il velo su questi segreti è a seguito del lancio dell’aereorobot da Cape Canaveral. Il Pentagono fa fatica a limitare l’impatto del test: «Ciò che vogliamo enfatizzare ora è il veicolo e non cosa potrà fare in futuro» si limita a commentare Gary Payton, sottosegretario per i programmi spaziali dell’Aviazione, smentendo «ogni ipotesi di militarizzazione dello spazio».
Ma per Joan Johnson-Freese, capo del programma di sicurezza nazionale al Collegio di Guerra della Us Navy a Newport, siamo ad un punto di svolta perché «se il test avrà successo l’Air Force comincerà a pensare come adoperare» il drone spaziale. A Mosca non sfugge quanto sta avvenendo. Il generale Oleg Ostapenko, capo delle forze spaziali russe, si è affrettato a precisare che «noi non progettiamo armamenti nel cosmo», ricordando che il Trattato sullo Spazio Esterno del 1967 e lo Start del 1979 proibiscono di posizionare nello spazio «armi di distruzione di massa». Nel 2008 Mosca e Pechino suggerirono di firmare un nuovo accordo per estendere il bando a «ogni tipo di arma» ma Washington si oppose e difficilmente ora sarà d’accordo. Prompt Global Strike E’ un’arma convenzionale capace di colpire ovunque nel mondo con una testata di enorme potenziale, lanciata a velocità altissima e con precisione chirurgica verso obiettivi come Osama bin Laden o un missile nordcoreano in fase di decollo.
Avrà la potenza distruttrice di un’arma nucleare senza esserlo. Il bombardiere laser A metà febbraio l’Agenzia missilistica del Pentagono ha testato con successo l’«Airborne Laser Testbed» montato sul naso di un Boeing 747. Il laser chimico ha agganciato e distrutto un missile in fase di lancio. Il laser potrà essere usato per eliminare missili a medio e corto raggio lanciati da terra o da navi. L’utilizzo pratico non è tuttavia imminente. L’aereo ipersonico Il veicolo ipersonico tecnologico Htv-2 è stato progettato per portare un carico di 5.443 kg a 9 mila miglia nautiche di distanza (in pratica l’Oceano Pacifico) in meno di 2 ore. E’ la versione più avanzata dei bombardieri strategici. I primi test dovrebbero essere imminenti alla base californiana militare di Vandenberg.
 
tratto da: http://www.lastampa.it/

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