Tempeste in atto su altri pianeti

Per la prima volta un gruppo di astronomi ha registrato un’enorme tempesta nell’atmosfera di un esopianeta, che in sigla è chiamato HD209458b e che in modo più familiare viene definito come”caldo Giove”. L’articolo “The orbital motion, absolute mass, and high-altitude winds of exoplanet HD209458b” è stato pubblicato su “Nature” qualche giorno fa da un team di ricercatori compostao da Ignas A. G. Snellen e Ernst J. W. de Mooij (Osservatorio di Leiden, Olanda), Remco J. de Kok (SRON, Utrecht, Olanda) e Simon Albrecht (Massachusetts Institute of Technology, USA).


Il pianeta, che ha una massa di poco superiore a quella di Giove, si trova a circa 150 anni luce dalla Terra e ruota intorno alla sua stella ad una distanza di circa un ventesimo della distanza Sole-Terra, definita come Unità Astronomica (U.A.).
 A causa di questa piccola distanza dalla stella e tenendo conto del fatto che mostra sempre la stessa faccia alla stella (in quanto il suo periodo di rotazione coincide con quello di rivoluzione), metà superficie raggiunge temperature elevatissime (circa i 1000 °C) e metà è completamente all’oscuro e quindi fredda.

Le grandi differenze di temperatura comportano la formazione di venti molto forti: Se questo era possibile osservarlo sul nostro pianeta, da oggi è stato osservato anche su HD209458b.

HD209458b è stato il primo pianeta extrasolare ad essere scoperto con il metodo del transito del pianeta davanti alla sua stella: il pianeta, periodicamente ogni 3-5 giorni, transita di fronte alla sua stella facendo diminuire la quantità di luce osservata dalla nostra posizione sulla Terra per circa tre ore. In questo breve lasso di tempo una quantità molto piccola di radiazione emessa dalla stella attraversa pure l’atmosfera del pianeta, lasciando una ben caratteristica “impronta digitale” della composizione chimica del pianeta.

Grazie allo spettrografo CRIRES sistemato sul Very Large Telescope dell’European Southern Observatory (ESO) un gruppo di ricercatori dell’Università di Leida, dell’Istituto Olandese per la ricerca Spaziale (SRON) e del MIT negli Stati Uniti hanno osservato il pianeta per cinque ore studiando la sua debole atmosfera mentre transitava davanti alla stella-

“CRIRES è l’unico strumento al mondo che è in grado di analizzare lo spettro con una precisione tale da determinare la posizione delle righe del monossido di carbonio con una risoluzione di 1 su 100.000” ha affermato Remco de Kok, parte del gruppo di ricercatori che hanno compiuto la scoperta. “Quest’alta precisione ci ha permesso di misurare la velocità del monossido di carbonio per la prima volta utilizzando l’effetto Doppler“.

Non solo: l’alta precisione delle osservazioni del monossido di carbonio hanno rivelato che questo gas si sta spostando con una velocità molto alta dalla parte illuminata dalla sua stella a quella buia con una velocità che varia tra i 5.000 e i 10.000 chilometri all’ora. Sempre studiando questo pianeta extrasolare è stato possibile ricavare la sua velocità orbitale e da questa poi fare una determinazione della sua massa.

“In generale, la massa di un esopianeta viene determinata dalla misurazione dell’oscillazione della stella e facendo un’ipotesi sulla massa della stella, secondo quanto ci forniscono i modelli teorici. Da qui si è in grado di misurare il moto del pianeta, e successivamente di determinare sia la massa della stella che quella del pianeta” ha concluso io co-autore Ernst de Mooij.

Infine, i ricercatori sono stati in grado di misurare la quantità di carbonio presente nell’atmosfera del pianeta, arrivando ad affermare che HD209458b ha una quantità di carbonio pari a quella dei nostri due pianeti giganti, Giove e Saturno. L’ipotesi avanzata è che probabilmente HD209458b si sia formato nello stesso modo.
Questo tipo di osservazioni potrebbero permettere di studiare l’atmosfera di pianeti simili al nostro e capire se la vita esista o meno anche in altri pianeti al di fuori del nostro Sistema Solare.

tratto da: http://www.gruppolocale.it/

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