Jack Holt, dell’Università del Texas, ed il suo assistente Isaac Smith, grazie al radar della MRO’S Shallow Subsurface Radar, hanno individuato una struttura interna che rivela delle depressioni di ghiaccio nel pianeta rosso. Apparentemente, secondo gli esperti, sarebbe stato il vento a formarle.
Il professor Holtz spiega che il radar ha rilevato degli strati di ghiaccio depositati in varie epoche, che ruotano attorno al polo Nord in senso contrario al vento, e ciò lo indica soprattutto la grandezza e la forma di tali strutture. Sicuramente un ruolo predominante lo ha avuto il vento, che ne ha modellato la fisionomia dandole questa conformazione simile ad una spirale.
Alan Howard, dell’Università della Virginia, fu il primo nel 1982 a suggerire quella che lui definì ‘modello della migrazione’. In pratica, l’erosione del vento e l’esposizione solare avrebbero contribuito alla struttura dei ghiacci. Ma la sua teoria non fu mai pienamente accettata.
Il processo di modellamento è molto semplice, simile a quello che plasma le dune di sabbia. L’aria fredda dall’alto scivola verso il basso, guadagnando velocità e disperdendo vapore acqueo lungo la traiettoria. Il vento, scorrendo su queste piccole dune in senso contrario, contribuisce a depositare il ghiaccio sulla superficie, costruendo così, con il tempo, la tipica struttura a spirale.
Simili formazioni si trovano anche nelle regioni del nostro Antartico, con l’unica differenza che non è caratterizzato dalla forma a spirale. “Non si vedono spirali sull’Antartico terrestre per la conformazione della topografia locale che previene l’intervento del vento”, spiega Smith. Infatti, il radar ha risolto anche un altro mistero, quello dell’origine del Chasma Boreale.
Il Chasma Boreale è un gran canyon composto da strapiombi che fendono questa regione. Le teorie affermano che sia l’erosione del vento sia lo scioglimento dei ghiacci hanno formato il Chasma Boreale in 5/10 milioni di anni.
Scoprendo i processi di formazione del Chasma Boreale e delle spirali marziane di ghiaccio, Holt e Smith hanno potuto fornire una risposta all’annosa questione del clima su Marte. Infatti, sul pianeta le spirali di ghiaccio hanno avuto modo di formarsi grazie ad un periodo piuttosto lungo, ma un repentino cambiamento climatico ne avrebbe in seguito bloccato il processo. E cosa abbia contribuito a cambiarlo, ancora, non lo sappiamo.
Tratto da: http://www.nextme.it/
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