Comparsa della vita sulla Terra: spostare le lancette in avanti

L’origine dei primi organismi biologici sulla Terra sarebbe più recente di quanto ipotizzato finora. E’ il risultato della scoperta in Antartide di due micrometeoriti considerati veri e propri fossili spaziali.




Nomi semplici, quasi anonimi per delle scoperte che potrebbero rivoluzionare completamente le più avanzate teorie scientifiche sull’origine della vita sulla Terra. Si chiamano “particella 19” e “particella 119” e sono due micrometeoriti riemersi dai ghiacci dell’Antartide.
 Dalle loro analisi pubblicate su Science è emerso che i due frammenti sono veri e propri fossili del Sistema solare primordiale. Li ha riportati alla luce il gruppo di ricerca francese coordinato da Jean Duprat, dell’Agenzia spaziale d’Oltralpe, (Centre national de la recherche scientifique).



Entrambi i frammenti sono stati scoperti nelle vicinanze della base antartica italo-francese Concordia, portati alla luce grazie a carotaggi (una tecnica che consiste in prelievi di campioni di ghiaccio cilindrici a scopo di analisi) dai quali i ricercatori hanno estratto colonne di neve, successivamente sciolta e passata al setaccio con filtri estremamente fini. Sebbene i due granuli siano ricchi di materiale organico, la loro analisi dimostra che non si sarebbero formati nella nube di polvere interstellare (finora considerata la “culla” della vita per eccellenza), ma nel disco primordiale dal quale è nato il Sistema solare. I materiali cristallini scoperti all’intero dei micrometeoriti indicano infatti che queste particelle si sono formate vicino al Sole e sono più recenti del previsto.



La scoperta contraddice perciò l’idea, da tempo consolidata, che tutta la materia organica che contiene deuterio in eccesso abbia un’origine interstellare. Si aprono quindi nuovi scenari sul primo arrivo di materiale organico sulla Terra, che potrebbe aver innescato la vita.



A tal proposito giova ricordare i recenti risultati delle analisi del famoso meteorite di Murchinson. Questo corpo celeste è caduto 40 anni fa in Australia e la sua origine è collocata nei primissimi stadi di formazione del Sistema solare o prima che questo si formasse, circa 4,65 miliardi di anni fa. Per questo motivo è diventato un parametro di riferimento nell’ambito della chimica organica extraterrestre. Si tratta dunque una sorta di ‘’tampone’’ di molecole organiche della nuvola primordiale dai cui atomi si è originato il Sistema solare. Non a caso è uno dei meteoriti più studiati del suo genere.



In base agli elementi forniti da Murchinson, pubblicati su Pnas, il gruppo dell’Istituto per la Chimica ecologica di Monaco, guidato da Philippe Schmitt-Kopplin, ha verificato che all’epoca della sua formazione il Sistema solare pullulava di molecole organiche. I mattoni primordiali delle molecole alla base della vita erano cioè molto più abbondanti allora rispetto a quelle che oggi si trovano sulla Terra.



Gli studiosi tedeschi hanno scoperto infatti che il meteorite è ricco di oltre 14.000 differenti composti chimici elementari. E hanno calcolato che potrebbe contenere svariati milioni di composti molecolari organici differenti, mai identificati dalle precedenti analisi. Ritengono infine che tracciando la sequenza delle molecole organiche presenti nel meteorite sarà possibile creare la cronistoria della loro formazione e alterazione.

tratto da: http://centroufologicotaranto.wordpress.com/

2 commenti

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Interessante, ma è tuo il sito che sponsorizzi qui a lato? se è tuo è davvero fatto bene, complimenti ho trovato ciò che cercavo come qui del resto XD

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SAREBBE UN'IDEA DI UN MIO AMICO E IO LO AIUTO A GESTIRLO...

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