Torna a vedere grazie all'occhio bionico

A Peter Lane, cieco da quasi 30 anni, è stato impiantato uno speciale ricevitore nella retina



MILANO - Il cinquantunenne inglese Peter Lane, cieco da quando era poco più che ventenne, è entusiasta dei risultati finora raggiunti dopo l'intervento chirurgico al quale si è sottoposto. L'uomo, non vedente a causa di una malattia genetica degenerativa, ora riesce a distinguere i contorni delle porte e del mobilio e a leggere brevi parole grazie a una telecamera montata su un paio di occhiali che registra per lui tutto ciò che è davanti ai suoi occhi.


IL PERCORSO DELLE IMMAGINI - La videocamera cattura le immagini e le invia a un processore video che il signor Lane porta alla cintura. A sua volta, il processore converte le immagini in segnali elettronici che manda a un trasmettitore anch'esso posto sugli occhiali. Da qui parte un segnale wireless che raggiunge un ricevitore impiantato nella retina, il quale attraverso degli elettrodi stimola il nervo ottico e consente al cervello di ricevere le immagini.

UNO STUDIO MONDIALE - Peter Lane è soltanto una delle 32 persone che, in tutto il mondo, si sono prestate alla scienza per sperimentare questa tecnologia, volta soprattutto alla cura della retinite pigmentosa, malattia genetica che causa gravi danni alla retina e porta, progressivamente, alla cecità. Al Manchester Royal Eye Hospital Lane e altri due volontari sono stati sottoposti a un intervento chirurgico durato quattro ore, durante le quali è stato impiantato il ricevitore elettronico nella retina. Dopo due mesi di attesa, per dare all'occhio il tempo di guarire, è finalmente giunto il momento di valutare i risultati.


I RISULTATI - I medici, e con loro i pazienti, si dichiarano molto soddisfatti. Tutti e tre gli uomini hanno avuto reazioni positive; uno di loro il 5 novembre scorso è riuscito, dopo quaranta anni di buio, a rivedere dei fuochi d'artificio. Un altro, come Peter Lane, è in grado di leggere brevi parole. Secondo l’oftalmologo Paulo Stanga, coinvolto nella ricerca, i risultati sono persino migliori di quelli che si attendevano. L'ospedale inglese sta mettendo a punto un proiettore e uno schermo speciali da installare nelle case degli «impiantati», per consentire loro di sbrigare personalmente la propria corrispondenza, per la prima volta dopo tanti anni. Nonostante lo scenario, un po' alla Blade Runner, bisogna provare a immaginare che cosa possa significare tornare a vedere, anche se si tratta «solo» di brevi parole o di ombre sfuocate. In questo senso va interpretato l'entusiasmo di chi ha partecipato allo studio: un primo piccolo passo verso un grande ambizioso cammino.

tratto da: http://www.corriere.it/

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