Altra tappa cruciale per ALMA


Il progetto di ALMA prevede che, una volta completato, il sistema sarà composto da 66 enormi antenne da 12 e da 7 metri di diametro, la cui posizione potrà essere modificata a seconda delle necessità osservative. Il tutto all'incredibile quota di 5000 metri dell'altopiano cileno di Chajnantor, uno dei posti più inospitali del pianeta. Perfetto per l'osservazione astronomica (soprattutto per quella millimetrica e submillimetrica di ALMA), ma terribile per chi ci deve lavorare. L'ossigeno nell'aria, per esempio, è solo la metà di quello che c'è al livello del mare e questo spiega perchè l'assemblaggio e il controllo del funzionamento delle antenne non vengano eseguiti nel sito definitivo, ma alla più ragionevole quota di 2900 metri (ALMA Operations Support Facility).


Una volta assemblate, però, le antenne devono essere trasportate alla loro destinazione finale e non si tratta di un gioco da ragazzi. Per questo compito sono stati realizzati due mezzi di trasporto particolari, in grado di reggere il peso dell'antenna (100 tonnellate) e di trasportare il prezioso e delicato carico, senza comprometterne l'integrità, lungo i 28 chilometri di salita che dal campo base a quota 2900 si inerpicano fino a quota 5000. Saranno poi questi stessi mezzi di trasporto che garantiranno la flessibilità della configurazione di ALMA, spostando al bisogno le antenne in una delle 200 piazzole previste dal progetto.
Nei giorni scorsi, con un po' di trepidazione, è stato effettuato il trasporto della prima antenna dalla Operations Support Facility fino al sito operativo. Otto - così è stato battezzato il gigantesco transporter incaricato della missione - avrebbe potuto compiere il suo compito abbastanza velocemente, spostandosi a 12 chilometri orari, ma per il primo viaggio i tecnici hanno preferito non correre rischi e ci sono volute circa sette ore. Una volta giunto a quota 5000, poi, Otto ha collocato l'antenna nella postazione stabilita e l'ha posizionata con una accuratezza di pochi millimetri.
Identica procedura dovrà ora essere ripetuta anche per tutte le altre 65 antenne che, una alla volta, verranno assemblate e controllate al campo base. I responsabili di ALMA contano di poter collegare le prime tre antenne all'inizio del prossimo anno e di iniziare le prime osservazioni scientifiche nella seconda metà del 2011.
La "prima luce" di ALMA, dunque, è quasi in dirittura d'arrivo.

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